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Con il finire del
secolo in Lunigiana arrivarono i soldati francesi di Napoleone. Zeri
va ancora fiera dell'opposizione della sua gente al passaggio delle
truppe guidate dal maresciallo Graziani il 25 maggio 1789. Guidati dal
sacerdote Giovanni Monali i montanari zeraschi affrontarono a piccoli
gruppi trecento soldati francesi che avevano rapinato del bestiame e
li respinsero verso Borgotaro. Dopo il Congresso di Vienna e la Restaurazione
Pontremoli, Caprio e Zeri tornarono prima sotto il Granducato di Toscana
( anche il distretto di Bagnone seguì questa sorte, mentre il territorio
di Fivizzano era toccato agli Estensi di Modena) e poi dal 1848 furono
annessi al Ducato di Parma, fino all'Unità d'Italia. Proprio alla vigilia
di questa cessione gli zeraschi che erano contrari così come i pontremolesi,
incitati alla mobilitazione da un prete pontremolese, parroco di san
Colombano, don Giovanni Matteo Farfarana, ripresero le armi strappate
ai francesi più di cinquant'anni prima e conservate gelosamente. I pontremolesi
armarono la guardia civica e alcuni fucili furono assegnati agli zeraschi
che scesero in Val di Magra in centocinquanta, guidati dall'avvocato
Domenico Giumelli, dal parroco di Codolo don Giovanni Pilati e don Andrea
Giulianotti. L'agitazione e le diverse manifestazioni infiammarono gli
animi che unirono le istanze popolari all'azione di giovani di nobile
famiglia, come il conte Luigi Fantoni di Fivizzano, Rinaldo Ruschi di
Pisa, mentre l'ingegner Rodolfo Castinelli progettava le opere di difesa.
Un poeta, Lorenzo Costa, colpito dal coraggio degli Zeraschi in armi,
dedicò loro alcuni versi di un'ode: Fra il Magra ed il Verde pel giogo
apuano, Dal rapido Zeri all'irto Rossano Un volgo concorde repente si
desta All'armi gridando con un suon di tempesta, Che assorda le valli,
che abbrivida i cor. Ma tanto coraggio non servì a nulla perché di lì
a poco, il 7 gennaio 1848, il commissario granducale Antonio Mannini
e il conte Edoardo dell'Asta, diplomatico del duca di Parma, stipularono
l'atto di cessione dei distretti di Pontremoli e Bagnone che costituirono
la Provincia della Lunigiana Parmense.
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