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Un altro problema
era quello della pubblica istruzione comune peraltro anche agli altri
centri della Lunigiana, ma qui particolarmente grave per le condizioni
di isolamento del territorio. Il "Calendario Lunense" di Gerolamo Gargiolli
edito nel 1836 scrive che la coltivazione della patata in Lunigiana
fu introdotta da uno zerasco, Biagio Griulli diAdelano, che nel 1777
aveva iniziato a coltivare alcuni tuberi ottenuti da contadini del teritorio
emiliano. Nel 1859-60 risultavano attive due scuole elementari a Patigno
e Rossano,lo stipendio degli insegnanti era di 200-250 lire mensili.
Nel 1876 vennero assegnate al comune zerasco scuole rurali maschili
e femminili sino alla terza classe. Ma con l'inizio del nuovo secolo
si registrò un incremento degli iscritti: nel 1906 la scuola di Castello
annoverava 146 alunni, quella di Patigno 160 e le aule erano inadeguate.
Le risorse finanziarie del comune erano insufficienti per soddisfare
le necessità di adeguamento delle infrastrutture pubbliche e le amministrazioni
dovevano fare i classici salti mortali per quadrare i bilanci. Già nel
1873 il comune era stato costretto ad impegnare la somma allora consistente
di 3000 lire per contribuire alla costruzione della ferrovia Parma-La
Spezia e addirittura era chiamato a sostenere le spese del comune di
Massa per la manutenzione dell'edificio della Corte d'Assise. Con il
censimento del 1871 Zeri fece registrare 3.614 abitanti e secondo la
legge si vide aumentare il numero dei consiglieri comunali che passarono
a venti e la nuova assemblea fu votata ripartendo i consiglieri per
frazione. Ma gli aventi diritto al voto erano pochi,dovevano dimostrare
di avere un reddito elevato e di saper leggere e scrivere. Nel 1875
solo 175 residenti a Zeri godevano di questo diritto che dovevano esercitare
in un'unica sezione elettorale. L'ufficio postale arrivò all'alba del
secolo e trovò sede a Patigno, una decisione che sollevò non poche proteste
da parte di chi lo voleva a Coloretta. In quegli anni incominciarono
a diffondersi anche a Zeri le prime idee socialiste attraverso il periodico
"La Terra" nato a Pontremoli nel 1898 per iniziativa di Luigi Campologhi
e Pietro Bologna. Quando il giornale, giunto al nono numero, fu soppresso
nel maggio dello stesso anno per lo stato di assedio ordinato dal generale
Heusch su tutto il territorio toscano in seguito alle agitazioni annonarie,
Campolonghi fu costretto a fuggire alle ricerche della polizia e si
nascose a Zeri, ospite di don Luigi Rossi. Andrà esule dopo poco in
Francia. I socialisti ottennero un buon successo elettorale nelle elezioni
politiche del 1919 con 63 voti. I popolari ne ebbero 184, i ministeriali
53, gli antiministeriali 23 e i combattenti 74.
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